Alessia, nomade digitale a Barcellona
Alessia, nomade digitale da 5 anni, organizza un evento molto interessante per aspiranti nomadi digitali ed imprenditori del web: è una workation e avrà sede a Barcellona durante il mese di Ottobre.
Ciao Alessia, presentati ai lettori di Cambiare Vita
Ciao a tutti, mi chiamo Alessia, ho lasciato l’Italia fresca di laurea circa 13 anni fa ed ho vissuto in Olanda, Irlanda e Spagna, dove ho tuttora la mia base. Mi occupo di marketing digitale da più di 10 anni, ed ho avuto l’opportunità sia di lavorare in grosse aziende del calibro di Google e Yahoo, sia di seguire la pianificazione online di progetti più piccoli e startup, che sono gli ambienti che preferisco.
Da quando hai deciso di intraprendere uno stile di vita da nomade digitale?
È cominciato tutto 5 anni fa, quando per la prima volta l’azienda per cui lavoravo al tempo mi ha dato la possibilità di lavorare da remoto. Ne ho immediatamente approfittato per viaggiare, prima per brevi periodi e poi, una volta che ho capito meglio come organizzarmi, per periodi più lunghi. Ho cominciato a conoscere altre persone che, come me, lavoravano e viaggiavano allo stesso tempo, e mi sono integrata bene nel movimento nomadico internazionale.
Puoi spiegarci in cosa consiste essere nomadi digitali secondo te?
Libertà. Libertà di decidere in maniera autonoma che orari avere, di ridefinire te stesso e la tua vita, di scegliere ogni volta con chi, dove e come passare il tuo tempo. A me personalmente piace viaggiare lentamente, fermarmi in un posto per periodi lunghi, così da avere modo di capire meglio ciò che succede attorno a me.
Quanti paesi hai visitato negli ultimi anni e quale ti è rimasto più nel cuore?
I Paesi visitati sono tanti, ma il viaggio che più mi è rimasto impresso è stato il periodo trascorso a Cuba. Lì non ho potuto lavorare, visto che era complicatissimo trovare connessione Internet, ma dato che conosco lo spagnolo è stato estremamente interessante parlare con le persone, rendermi conto di come percepiscono il mondo esterno, farmi raccontare come funziona il loro sistema. Queste cose, in generale, sono quelle che cerco quando viaggio, più che monumenti o bellezze naturali. Mi piace chiacchierare con la gente, vedere come percepiscono il mondo. Qualche anno fa, in Cambogia, ero riuscita tramite un interprete a parlare con un contadino molto anziano. Mi ha tempestato (lui a me!) di domande, da quanto paghi per farti visitare da un medico? a quanti animali hai nella tua fattoria?. Inutile dire che alla domanda Che lavoro fai? è stato un pò problematico spiegare il concetto di web marketing 🙂
Pensi che questo modo di vivere e lavorare prenderà piede anche in Italia?
Credo che in Italia il concetto di lavorare da remoto sia ancora molto nuovo per le aziende, ed anche difficile da digerire. Mi è capitato di fare colloqui con aziende italiane, e quando chiedevo se fossero aperti ad una cosa del genere, la risposta era sempre invariabilmente un bel no. Purtroppo si pensa ancora che lavorare da remoto significhi non essere produttivi, quando la realtà è esattamente il contrario. Per quanto riguarda freelancers, imprenditori del digitale e startuppers, naturalmente il discorso è diverso, e vedo che sempre più persone scelgono uno stile di vita più nomadico. Sicuramente siamo ancora molto lontani da Paesi come la Germania, dove questo fenomeno è molto diffuso, ma mi fa piacere vedere che le cose si stanno muovendo anche in Italia.
In cosa consiste esattamente il tuo progetto di workation a Barcellona?
Con il progetto Wanderlustlab vogliamo diffondere il concetto di workation. La parola workation è la fusione di work e vacation. Si tratta di una diversa maniera di viaggiare, in cui oltre a scoprire una nuova località si può continuare tranquillamente a lavorare ai propri progetti. Questo Ottobre, organizzeremo a Barcellona un evento di questo tipo: mettiamo a disposizione una villa che può ospitare 15/20 persone, e per una settimana i partecipanti potranno vivere nella stessa villa e lavorare da uno spazio di lavoro condiviso. I pacchetti che proponiamo sono due, uno che include la sistemazione nella villa e lo spazio di coworking (620€), ed uno per chi vuole utilizzare solo il coworking e partecipare agli eventi, e preferisce trovare alloggio per conto proprio (250€).
Verranno organizzati workshops, chiaccherate con esperti, ma anche attività sportive ed uscite.
Chi può partecipare?
L’evento non è limitato ai nomadi digitali, ma a qualsiasi professionista ed imprenditore del mondo digitale che abbia voglia di scoprire la nostra Barcellona e di conoscere persone interessanti. I profili vengono selezionati sia in base alla loro complementarietà che, soprattutto, in base alla disponibilità alla condivisione. L’obiettivo è infatti che si creino nuove collaborazioni, nuovi progetti, e che ognuno riesca ad imparare qualcosa di nuovo dagli altri partecipanti.
Avete in programma altre workation per il futuro?
Sì, il nostro piano a lungo termine è quello di riuscire ad organizzare più workations nel corso dell’anno, ognuna in diverse località.
Quali sono invece i tuoi progetti e sogni per i prossimi anni?
Da italiana, mi spiace vedere il pessimismo così diffuso nel nostro Paese e, anche se mi rendo conto che questo pessimismo non è immotivato (anzi…), mi piacerebbe far capire a sempre più persone che un’alternativa c’è, e spesso ce l’abbiamo a portata di mano. Per quanto riguarda i viaggi, mi interessano gli esperimenti sociopolitici, quindi ho in programma di vedere da vicino come funziona un kibbutz, e passare un pò di tempo in Islanda per capire bene come hanno sistemato la questione del collasso del sistema bancario.