Pietro e Simonetta hanno deciso di vivere in Irlanda
Pietro e sua moglie Simonetta hanno deciso di vivere in Irlanda, nella contea di Donegal, dove si occupano di numerose attività. Ci raccontano il loro interessante percorso e le loro scelte nell’intervista:
Ciao Pietro! Vuoi fare una tua presentazione per i lettori di Cambiare Vita?
Sono Pietro Malaguti, ormai sto per compiere il 60° anno, poiché sono nato nel 1955 a Bologna. Fin da bambino ho sempre amato la musica e la cultura musicale in generale, che mi ha portato a diplomarmi al Conservatorio G.B. Martini in flauto traverso. Non contento, in seguito ad una mia passione innata per la Scozia, per le sue tradizioni ma soprattutto per la sua musica, nel 1975 iniziai a studiare la cornamusa, The Great Highland Bagpipe. Per approfondire lo studio di questo straordinario strumento mi recai più volte a Londra presso la London Scottish Piping Society.
Negli anni ’70 quando iniziai io a far conoscere la cornamusa e la sua musica in Italia, pressoché nessuno aveva mai osato intraprendere lo studio di questo strumento, in quanto non faceva parte della nostra tradizione musicale.
A distanza di 40 anni, dirigo la mia scuola di Cornamusa, tenendo lezioni di persona qui in Irlanda o con l’ausilio di mezzi di video-conferenza tramite internet. Inoltre vendo strumenti di ottima qualità scozzese, on-line attraverso il mio sito www.celticstore.eu.
Ho 4 brevetti di volo, passione che conobbi in età giovanile. Il mio sogno era di diventare pilota militare. Superai tutte le prove sia pratiche che teoriche a pieno titolo, ma una imperfezione alla colonna vertebrale fece svanire il mio sogno, benché avessi una salute di ferro.
Sono vedovo dal 2006 dopo 20 anni di matrimonio. In quell’anno ritrovai Simonetta, poiché mi contattò via mail. Con lei ristabilii i contatti sospesi moltissimi anni prima, dal momento che ci conoscemmo da ragazzi. Fu un periodo molto difficile: io ero molto scosso per la morte improvvisa di mia moglie e Simonetta era in procinto di separarsi dal suo primo marito. Non fu semplice, in quel periodo, ammettere che qualcosa stava nascendo, non eravamo più bambini, ma adulti consapevoli delle conseguenze derivanti dalle nostre scelte. Tuttavia, con coraggio, intraprendemmo questo viaggio insieme e ci sposammo nel 2008. Il matrimonio fu celebrato con Rito Celtico in una deliziosa radura nei pressi dell’antico Santuario La Madonna del Faggio sulle colline di Porretta Terme (BO). La celebrazione del matrimonio con questo rito non ha nessuna valenza legale. Ciononostante consideriamo la nostra unione così intensa da reputarci pienamente coniugi, poiché rispetta i nostri valori e le regole genuine della Tradizione Celtica.
Di cosa ti occupavi in Italia?
Un altro dei miei numerosi interessi è la fotografia. Per anni mi applicai come amatore, sviluppando in camera oscura per conto mio le immagini che scattavo. Così, finito il militare, mi proposi come assistente di studio ad un professionista che aveva il laboratorio in centro a Bologna. Imparai molto da lui, soprattutto l’utilizzo del banco ottico. Mi perfezionai sull’uso della camera oscura e su tutte le tecniche fotografiche da impiegare a seconda delle occasioni.
Un anno dopo acquistai la sua licenza e proseguii da solo in questa splendida attività. Lavorai moltissimo in quel periodo, soprattutto per la pubblicità di grandi gruppi d’impresa del bolognese, dedicandomi inoltre ai servizi matrimoniali, still life e fine art.
Ebbi poi l’occasione di avvicinarmi al linguaggio informatico che a quell’epoca era agli albori. La curiosità è sempre stata il motore che mi ha spinto a prendere contatto con realtà diverse per pura conoscenza. Così seguii diversi corsi e a metà degli anni ’80 vendetti la licenza di fotografo per intraprendere la professione di consulente in Information & Communication Technologies, Web Design & Mastering, che svolgo tutt’ora, dapprima come dipendente di aziende importanti sul territorio emiliano- romagnolo, poi fondai la mia azienda di informatica negli ultimi anni ’90 con circa 25 dipendenti.
Simonetta invece coadiuvò il marito per 25 anni nella professione di Promotore Finanziario, fino a farle decidere di studiare per diventarlo lei stessa. Nel 1992 superò gli esami per entrare a far parte dell’Albo Promotori presso la Consob, senza dimenticare la famiglia, continuando a seguire l’educazione delle sue figlie che all’epoca erano piccolissime. Ma progressivamente e con l’andare del tempo qualcosa dentro di lei stava cambiando enormemente. Da tempo il rapporto con il marito era diventato freddo e distaccato, senza più nessuna motivazione e nessun dialogo fra loro. L’incomprensione aumentava e con essa l’ansia e il disagio.
Nel 2006 decise di separarsi definitivamente dopo 23 anni di matrimonio e 5 di fidanzamento. Oltre a ciò maturò la determinazione di cambiare vita lavorativa, per dedicarsi pienamente alla fotografia, una passione che che coltivava fin da ragazzina. Ora Simonetta si occupa principalmente di servizi matrimoniali, ritratti, Still Life e Fine Art.
L’interesse comune ha fatto sì che abbiamo trovato una ottima formula di lavoro affinché dalle nostre due professioni si creasse una fluida e collaborativa sinergia.
Poi però hai deciso di andare all’estero… perchè questa necessità?
Due eventi hanno cambiato radicalmente la fisionomia economica e finanziaria mondiale: la caduta delle Twin Towers nel 2001 a New York e l’avvento dell’Euro sempre in quegli anni. Due avvenimenti di cui sentiamo, ancora oggi a distanza di 14/15 anni, tutti gli effetti, che hanno portato a modificare anche il pensiero sociale e lavorativo non solo in Italia ed in Europa, ma nel mondo intero.
In quegli anni l’azienda che avevo fondato lavorava prevalentemente per le banche, fornendo servizi di outsourcing informatico legati all’amministrazione e alla gestione di tutti i servizi inerenti i depositi bancari. Avevamo molti progetti in corso, ma la fusione per incorporazione di vari gruppi bancari per cui lavoravo con altri, ha fatto sì che i progetti furono sospesi. Dovetti chiudere l’azienda causa la perdita delle commesse, ma non prima di essermi sincerato di aver trovato un’altra occupazione ai miei collaboratori per cui sentivo riconoscenza per il lavoro svolto e di cui mi sentivo responsabile, poiché avevano tutti famiglia.
Continuai quindi a lavorare come libero professionista, non senza difficoltà. Nel contempo il mio desiderio di trasferirmi all’estero per lavorare stava sempre più prendendo corpo, poiché le aziende sul territorio emiliano stavano progressivamente chiudendo o entrando in amministrazione controllata o addirittura erano ridotte al fallimento.
Come è maturata la scelta di trasferirsi in Irlanda?
Ancora una volta galeotta fu la Cornamusa. Nel 2008 vennero in Italia alcuni membri della Kilcar Pipe Band (Contea di Donegal, Irlanda), per partecipare a degli eventi programmati in Abruzzo. La Sig.ra Rosaria loro accompagnatrice di origine italiana che vive e lavora in Donegal, con la quale poi diventammo amici, mi telefonò avendo trovato uno dei miei siti. Facemmo reciproca conoscenza e organizzai una serata in un pub di Bologna per suonare insieme.
Dopo quell’episodio per alcuni anni non ci vedemmo più. In seguito nel 2013 mi contattò dato che aveva l’esigenza, conoscendo la mia attività, di progettare il sito internet al fine di promuovere la sua azienda, che doveva essere indirizzato verso il mercato italiano. Io e Simonetta ci recammo in Irlanda ospitati da lei e lavorammo, io come web master lei come fotografo, al disegno del nuovo sito e nelle ore libere del dopo cena parlammo molto della situazione italiana, delle difficoltà lavorative ed imprenditoriali. Ci diede quindi molte informazioni utili che ci motivarono a compiere il grande salto. Se ora viviamo in Irlanda è anche merito suo.
Tornammo in Irlanda altre due o tre volte per organizzare il trasferimento lavorativo e per cercare casa. A luglio del 2014 ci trasferimmo in modo definitivo.
Con te c’è Simonetta, anche lei era d’accordo nel fatto di lasciare l’Italia?
Lo scoglio principale di Simonetta nel lasciare l’Italia era l’idea di essere lontana dai suoi affetti. Tuttavia anche lei si convinse presto sul fatto che un nuovo giro di boa era necessario per cogliere nuove opportunità e nuovi stimoli.
Ora di cosa ti occupi?
La contea di Donegal, dove viviamo, è considerata l’autentica Irlanda perché ha mantenuto le tradizioni storico-culturali, e musicali più profonde, proprie del territorio, in quanto zona Gaelica, grazie alla protezione del Governo Irlandese. E’ un’area turistica, battuta in ogni stagione, tranne nel periodo da dicembre a febbraio.
Oltre all’attività che io e Simonetta continuiamo a svolgere, io come informatico e lei come fotografo, abbiamo deciso di erogare corsi di fotografia e riprese aeree con drone.
Quali sono le differenze tra Italia e Irlanda?
Beh, per esempio, la differenza più eclatante è l’imposizione fiscale. In Irlanda pesa sul bilancio di un’azienda per il 30% massimo, essendoci la tassazione agevolata; in Italia il peso dell’imposizione può arrivare fino al 70%.
Inoltre le incombenze amministrative e fiscali in Irlanda sono molto più fluide rispetto a quelle italiane. Ed ancora: cito testualmente un piccolo estratto dell’articolo tratto da Il Sole 24 Ore del 13/03/2015: L’ultimo dato diffuso dall’Ufficio centrale di statistica ha certificato, per il 2014, un incremento del Pil del 4,8%, il ritmo di crescita più alto in Europa, meglio anche della Gran Bretagna (+2,6%). Un dato che porta il prodotto interno lordo, in valore assoluto, vicino ai livelli pre-crisi. 181,3 miliardi contro i 185,4 del 2007.
Quali sono invece gli aspetti positivi e negativi della tua esperienza in Irlanda?
Gli aspetti positivi sono che nella maggior parte del territorio si vive senza cancelli ai giardini, senza alti muri di protezione alla proprietà, senza sistemi d’allarme né grate alle finestre, senza porte blindate, senza circuiti di sorveglianza, le porte sono aperte senza timore di nulla. In Irlanda stanno chiudendo le carceri perché è diminuita la delinquenza. Passeggiando per per strada la gente saluta, anche se non ci si conosce e così succede anche quando si è in auto incrociando un’altra vettura.
Nei pubs si radunano i musicisti nel fine settimana per suonare e parlare di cose amene, senza l’obbligo della compilazione del bordereau per la S.I.A.E., poiché la musica è un linguaggio universale.
Il tempo qui si è fermato ai nostri anni ’60-’70 dove ancora le persone si parlavano dalla finestra. Dove la vicina veniva a chiedere in prestito un limone o lo zucchero, così si aveva anche la scusa per fare due chiacchiere.
L’aria è pura e cristallina, le persone cordiali, il cibo ottimo e al supermercato si possono trovare molti prodotti italiani compresa la pasta di semola di grano duro.
Gli aspetti negativi? Li stiamo ancora cercando.
Piani futuri?
Tanti e molto ambiziosi. Il primo è quello di trasformare una fiorente attività commerciale online fino ad oggi dedicata esclusivamente alla rivendita di prodotti legati al mondo delle cornamuse scozzesi, estendendola a quasi tutti i prodotti di origine celtica, scozzese, irlandese e bretone.
Simonetta, nel frattempo, sta raccogliendo una incredibile messe di immagini per attivare un altro commercio online relativo al suo principale prodotto artistico: fotografie professionali bell’e pronte da appendere al muro con tanto di cornice. Inoltre si sta riorganizzando per affrontare localmente un lavoro in cui ha già avuto un enorme successo in Italia: la foto di matrimonio specializzata in stile celtico.
Consigli per chi vuole espatriare e cambiare vita
In linea generale non parlerei di cambio di vita, parlerei piuttosto di cambio di prospettiva e di mentalità. Se da un lato la globalizzazione può essere vista come uno svantaggio, poiché ha cambiato la fisionomia mondiale, credo che il termine migliore per definire questo stato di cose sia resilienza. Intendendo dire con questo termine che occorre cogliere le opportunità che possono celarsi dietro alle avversità, riorganizzando positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.
Siamo nell’era di internet, strumento preziosissimo per informarsi adeguatamente. Ormai quasi tutto è a portata di un click. Propongo principalmente di farsi un giro sui siti delle Ambasciate Italiane all’estero per verificare informazioni valide e idee. Fatta questa prima analisi, conviene iscriversi ai siti pubblici di lavoro inviando il proprio curriculum in lingua inglese.
Tuttavia suggerisco caldamente ai giovani italiani, laureati e non – ma anche ai meno giovani – una volta scelto il Paese dove si spera di trovare lavoro, di investire un po’ del proprio denaro per recarsi direttamente sul posto e trovarsi una sistemazione, anche temporanea, per essere pronti alla chiamata.
Considero sia meglio presentarsi di persona presso un probabile futuro posto di lavoro per consegnare il proprio curriculum e fare due chiacchiere con chi si occupa della selezione del personale.