Mirna ha lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare il suo progetto A spasso con Mirna, un viaggio in Asia con l’obiettivo di visitare i siti Unesco asiatici. Sulla sua pagina Facebook è possibile seguire Mirna durante il viaggio.
Ciao Mirna, presentati ai lettori di Cambiare Vita
Ciao Cambiare Vita! Mi chiamo Mirna, ho 29 anni e sono un’educatrice, lavoro in un asilo nido di Roma, ho un lavoro che amo molto, una stanza in una casa che, per me, è una seconda famiglia ed una grande fortuna: degli amici che mi vogliono bene davvero. Sono loro, infatti, che mi hanno spronata e aiutata a mettere in piedi il progetto “A spasso con Mirna”.
Come è nata l’idea di questo viaggio e in cosa consiste il tuo progetto?
L’idea è nata in cucina, durante un momento di sconforto in cui mi lamentavo della vita e in cui mi sentivo ingabbiata e costretta. Mentre smaniavo e trattenevo le lacrime, i miei coinquilini, come se fosse la cosa più normale del mondo mi hanno detto: “Ma fai A spasso con Mirna, no? Avvia un crowdfunding e basta. Senza star qui a rimandare”.
Sinceramente, non avevo la minima idea di cosa fosse una campagna di crowdfunding. Allora mi sono messa, insieme a loro, a cercare la piattaforma più adatta e conveniente. Poi c’era da scrivere un progetto. “Cosa voglio che sia A spasso con Mirna?” mi sono risposta che doveva essere un modo per far viaggiare tutti, per non far perdere, a chi non può viaggiare, la curiosità nei confronti del mondo.
A spasso con Mirna doveva essere un viaggio per tutti. E allora ho scritto di questo viaggio in Asia di almeno 90 giorni, che avrebbe permesso a chiunque avesse voluto, di vedere l’Asia un po’ più da vicino. Nel frattempo ne parlavo in giro e ricevevo consensi. E allora, via! È partita la raccolta, tramite la pagina Facebook. Il budget che ho fissato è stato ambizioso, ma calcolato tenendo conto anche delle percentuali trattenute dalle piattaforme, dell’impossibilità di raggiungerlo, e calcolando le spese arrotondando sempre in eccesso.
Pian piano, poi, sono arrivate le proposte di associazioni e circoli privati. Grazie a loro ho iniziato a modellare il progetto, da un generico “viaggio in Asia” si è arrivati a circoscrivere il viaggio ad alcuni paesi: Indonesia, Malesia, Myanmar, Thailandia, Laos, Vietnam e Cambogia.
E gli obiettivi sono diventati più precisi: visitare i siti Unesco durante il mio viaggio in Asia. Io sono nata e cresciuta a Tivoli, una cittadina che di siti ne possiede ben due, perché non sfruttare la possibilità di collegare i siti Unesco di casa mia con quelli del sud est asiatico? E allora, un’associazione di promozione sociale di Tivoli, ArcheoTibur, mi ha proposto di diventare Ambasciatrice e portare con me un po’ della mia Tivoli.
Da qui un altro spunto: creare dei filmati girati nei nostri siti, con la guida degli archeologi ArchoTibur, e cercare di ripetere l’impresa nei siti archeologici che visiterò durante il mio viaggio in Asia. Sarò ambasciatrice anche per il Roma Club Tivoli, attuando un gemellaggio con il Roma Club Indonesia, il più grande dell’Asia. Eh si, nel sud est asiatico si tifa Roma!
Le iniziative sono tante, ma quello che metto sempre in chiaro quando parlo di allargare il progetto, è che non voglio perdere il piacere di viaggiare. Per me questo sta nell’incontro con le culture, con la percezione della diversità, con lo scontro con la barriera linguistica.
Ho fatto una sorta di prova, grazie ad un viaggio regalatomi dai miei amici, in Russia, e devo dire che le cose sono andate bene! Quello che mi auguro è di riuscire a ripetere l’esperienza positiva durante il mio viaggio in Asia e trasmettere il mio amore e il mio entusiasmo nei confronti del viaggio, di far percepire le varie esperienze, e di stimolare la curiosità.
Quali sono i tuoi progetti futuri dopo il viaggio in Asia?
Non ho idea di cosa mi aspetterà quando rientrerò, mi sembra già impossibile che io stia lasciando il lavoro, la mia casa, famiglia e amici. Magari non rientrerò mai, o magari si. Ormai penso solo che preoccuparsi del futuro sia inutile. O meglio, preoccuparsi della stabilità per me, è inutile. Ho bisogno di preoccuparmi di altro, tipo di non sentirmi in gabbia.