Cristiano ha mollato tutto per vivere in camper
Una vita itinerante, questa è la scelta di Cristiano che ha mollato tutto per viaggiare e vivere in camper. In questa intervista ci racconta la sua scelta di vita e vantaggi e svantaggi di vivere e lavorare sempre in movimento.
Ciao Cristiano, presentati brevemente
43 anni, torinese di origine, figlio di pasticceri con la passione per tutto ciò che circola su 4 ruote. Ho imparato a leggere sulla rivista Quattroruote.
Di cosa ti occupavi in Italia?
Ero un Responsabile Acquisti Servizi, il classico percorso lavorativo prima come impiegato e poi responsabile di funzione.
Perchè hai deciso di mollare tutto e andare a vivere in camper?
Ho deciso di andare a vivere in camper per necessità. Le scelte a volte ti vengono imposte perchè devi sopravvivere; quando resti senza nulla per un qualsiasi fatto o episodio della vita, devi solo far fronte sulle tue forze. Il camper era ed è la mia fonte di energia e di serenità.
Vedi, quando il mio ex compagno salì in camper il 9 settembre del 2014 è disse “Non abbiamo più nulla da condividere, ciao”, per me che avevo rassegnato 5 giorni prima le dimissioni dal mio posto di lavoro a tempo indeterminato per accettare un precario, messo in affitto la mia casa di proprietà al fine di andare a convivere con lui, fu l’azzeramento della mia vita. Senza casa, senza lavoro, con un problema di parkinson giovanile al primo stadio e senza la metà di me stesso, il baratro per la depressione era ad un passo. Impiegai mesi per raccogliere i cocci di una relazione finta, di tradimenti e inutili promesse, centinaia di volte sono andato e tornato dall’inferno affettivo, il tutto avendo solo il camper come dimora e quella mia passione per la scrittura. Dopo sei mesi decisi di viaggiare, conoscere, scoprire nuovi volti, nuove realtà e di raccontarle.
Quali vantaggi e svantaggi comporta una scelta del genere?
Sicuramente vivere in camper mantiene vivi i rapporti con gli amici in altre città più di quanto possa farlo un social network. Vivi luoghi e posti con gli occhi non solo della vacanza, ma della quotidianità. Conosci persone, idee e vite diverse ogni momento. I contro? Dover rapportarti con un Paese che non è ancora pronto a chi decide di vivere full time. Ad iniziare dalla mancanza di aree attrezzate nelle città, alla difficile convivenza con la microcriminalità e rom sino a qualche inconveniente come “dove trovare un rubinetto di acqua aperto in pieno inverno”.
Come fai a mantenerti in viaggio?
Ho trasformato la mia passione per la scrittura e tutto ciò che è su 4 ruote, facendola diventare un lavoro. E stanne certo che è verità “se fai un lavoro che ti piace, non lavorerai mai un giorno”. Quindi scrivo su portali e quotidiani online, magazine di lifestyle e tocco qualsiasi argomento, dal turismo alla cronaca e ovviamente i motori. Da Settembre in Feltrinelli c’è il mio primo libro “ci aggiorniamo: manuale per imparare a conoscere e difendersi dal Milaneseadattato”. Inoltre per ridurre i costi utilizzo la condivisione. Come ad esempio per il viaggio uso blablacar.it: un viaggio che ti costa normalmente 100 euro con la condivisione ti costa in media 30 euro. Lo stesso per mangiare grazie a Gnammo puoi cenare a basso costo oppure tu organizzare la cena e così abbatti i costi.
Quanto e come è cambiata la tua vita da quando hai iniziato a vivere in camper?
Innanzi tutto vivere in camper significa che la sveglia non c’è più! Esiste la luce naturale o un rumore della natura se sei un un area protetta o in un campeggio nel verde. Cambiano tutte le priorità: dalla cosa più semplice come l’abbigliamento ( la mia collezione di 2234 cravatte è rimasta a casa!) sino ad imparare ad usare un litro di acqua o una lampadina accesa. Cambia la tua alimentazione e persino il modo di praticare sport. Non esiste più la televisione, ma la finestra del camper è la tua TV.
Pensi mai di fermarti in un solo luogo?
No, penso che ogni luogo abbia un suo fascino, da vivere nelle giuste dosi. Forse il futuro mi riserverà un nuovo ostacolo nella vita che mi porrà limiti logistici, ma sino a quel momento ogni luogo merita di essere vissuto.
Secondo te è difficile fare una scelta simile?
Diciamo che è difficile mettersi in gioco, perchè per alcuni è più facile “coccolarsi” nella quotidianità di papà e mamma che ti mantengono, oppure per altri il peso delle responsabilità è troppo forte per poter fare una scelta simile. La famiglia, il mutuo, i genitori, il lavoro… ecco, quando un giorno questi ostacoli vengono spazzati via allora si capisce quanto tutto sia relativo e quali siano invece le priorità vere di ognuno di noi. Per me il click è scattato quando ho detto “basta” a tutto questo.
Quali consigli ti senti di dare a chi vuole cambiare la sua vita?
Di fare un passo alla volta, di avere pochi punti saldi e fermi. Ad esempio hai un mutuo, affitta casa e fai in modo che questa si alimenti da sola, se la tua esperienza va male un tetto sopra la testa l’hai.