Marco vive a Nitra dove gestisce un ostello
Dopo il suo viaggio a tempo indeterminato, Marco ora si è trasferito a Nitra in Slovacchia per gestire un ostello e inseguire ancora una volta, i suoi sogni e il suo istinto. Ecco qui di seguito il suo bel racconto!
Carta d’imbarco per il volo in Giappone. C’è. Volo per Taiwan. Prenotato. Rientro previsto in Australia. In programma.
Corsa di notte verso l’aeroporto per prendere il primo volo per l’Italia. Non prevista.
Sono le due di notte a Singapore, di una notte normale. Normale per gli altri forse, ma non per me. Eccomi li, con il mio grosso zaino su un taxi diretto in aeroporto. Proprio io, che quando mi chiedevano “Ma quando torni?” – “Spero mai, ma come minimo non per altri anni”, rispondevo con una sicurezza da far paura.
In internet avevo visto che c’era un volo che partiva per l’Italia in qualche ora. Ce la potevo fare, mi dicevo. Arrivato al banco del check-in non mi fanno acquistare nessun biglietto “Deve prenotare in internet mi dispiace”. Così comincio a vagare in lungo e in largo per l’aeroporto alla ricerca di un segnale wifi. Eccolo finalmente. Il volo parte fa 30 minuti. Prenoto il biglietto. Check-in chiuso. “Scusi ho prenotato il volo, devo salire quell’aereo”. Mi suonano strane quelle frasi, proprio come nei film hollywoodiani, e invece è il film della mia vita. “Mi spiace, non c’è il numero di biglietto a suo nome”. Comincio a discutere con i signori al banco del check-in e faccio un po’ il classico italiano all’estero. Il volo parte fra 15 minuti.
Intanto gli addetti al banco check-in stanno chiamando a Londra per recuperare il numero del mio biglietto. Trovato e riaprono il check-in. Non c’è tempo per mettere il bagaglio in stiva, una macchinetta da golf corre a prendermi e mi accompagna al gate. Sono stanco, provato e sudato come pochi, ma felice. Sto tornando a casa.
Solo una volta negli Emirati Arabi riesco ad avvisare a casa che sto tornando. Eh si, perché uno fa tanti programmi, anche a lunga durata, senza calcolare però che il destino a volte gioca con noi, spostandoci come una pedina su una grande scacchiera. Cos’è andato storto, vi starete chiedendo.
Giappone, Taiwan e di nuovo Australia, cosa ti frulla per la testa? Beh, in realtà nulla è andato storto. Per vari motivi ho dovuto far rientro, ma quello che più importa è che in quel momento era la cosa che più volevo e la decisione giusta da fare.
Dopo un anno trascorso a vivere in Australia e un viaggio nel sud-est asiatico ero inaspettatamente a casa. All’inizio i programmi erano sempre quelli di tornare in Australia, ma le cose continuavano a cambiare.
Il viaggio cominciava ad assumere un concetto, una forma diversa da come l’avevo sempre vissuto. Avevo sempre viaggiato per la destinazione finale.
“Voglio fare un esperienza negli Stati Uniti”, ecco prenotato il volo per San Francisco. “L’aurora boreale è qualcosa assolutamente da non perdere”, ho in mano un volo per la Norvegia. “Vado in Thailandia vieni con me?”, eccomi seduto su un volo Ethiad per Bangkok.
Tutti questi anni avevo viaggiato per il puro e solo desiderio di scoperta, per aprire gli occhi al mondo. È stato bellissimo, ne è valsa la pena e non potevo scegliere un modo migliore per trascorrere tutti questi anni.
Ma ora è diverso. Solamente la voglia di scoprire non mi basta più, ho bisogno di aggiungere qualcosa. Ho imparato molto viaggiando, e il viaggio mi ha fatto riflettere su quello che più mi piacerebbe fare nella vita. Mi hanno sempre insegnato che se il mio lavoro sono le mie passioni, non dovrò mai lavorare un giorno della mia vita. Quindi il viaggio deve essere in qualche modo il mio futuro. E così eccola li lampadina di un sogno che comincia ad accendersi. Aprire un giorno un mio ostello, quella è la direzione dove voglio dirigermi.
Ma come ci si dirige in un posto senza avere una mappa? Aprire un ostello? Io che se non per qualche esperienza nell’ambito alberghiero non ho mai lavorato in un ostello prima d’ora. Fa niente, mi dico, troverò un posto dove cominciare a far esperienza e imparare il mestiere. Se in Italia o dall’altra parte del mondo non importa, è così che adesso voglio viaggiare. Ecco quello che mancava, un profondo motivo per il viaggio.
Così mi metto alla ricerca di qualcosa, a Milano, in Europa, fuori Europa. Se trovavo qualcosa di interessate non mi sarebbe importato prenotare un altro volo per chissà dove, l’importante era cominciare a fare quello che davvero volevo. “I’m happy to travel everywhere,” si concludevano le mie migliaia di email mandate in giro per il globo. Realista, lo ero poco, chi mai avrebbe preso qualcuno che si trovava in un altro paese, e per giunta senza esperienza ma solo determinazione? In Italia la situazione mi sembrava ancora più disastrosa. Senza esperienza non potevo muovermi di un passo, e mi chiedevo, ma se mai mi ci fate provare non avrò mai esperienza… Niente, entrare nel mondo degli ostelli sembrava lontano.
Dopo vari mesi trascorsi a casa trovai un lavoro in un albergo di lusso. Quegli alberghi tutti eleganti e da vip di cui io ne sono molto lontano. Non rifiutai, in mancanza di nulla era comunque qualcosa. Due giorni dopo gli imprevisti e i giochi del destino decisero di non lasciarmi tregua.
“Qualcuno che vorrebbe prendersi cura del nostro ostello a Nitra in Slovacchia?” Così qualcuno scriveva su Facebook. Non ci pensai due volte a rispondere e il giorno dopo ero in contatto con i proprietari di un ostello a Nitra. Se volevo mettermi in gioco dovevo partire in poco più di una settimana, l’opportunità era quella di gestire un nuovo ostello. Non capivo più cosa mi stava succedendo. Era come andare da 0 a 100km/h in pochi secondi. Io che non avevo nessuna esperienza. Nonostante ciò, c’era qualcuno che mi stava dando una possibilità, qualcuno che credeva in me più di forse quanto credevo io in me stesso.
Avevo due possibilità, o stare a casa ed avere un bel lavoro retribuito o partire per Nitra, in Slovacchia, di cui non sapevo assolutamente nulla, partire con il mio bagaglio di paure, insicurezze, dubbi, ma tanta, tanta voglia di fare e mettermi in gioco, fare una nuova esperienza, andare in posto nuovo e cercare ancora risposte nelle cose nuove. Sicurezza o ignoto? Non c’è bisogno che vi dica quale fu la mia scelta.
Sono mesi che ormai mi trovo in Slovacchia a gestire il NitraGlycerin Hostel. È un viaggio interessante ed una bella avventura. Tante le cose che ho imparato, e un nuovo io che ho scoperto. Seppur la Slovacchia non fa assolutamente per me ed il clima che si respira è l’opposto di dove vorrei trovarmi, il motivo del viaggio è la cosa più importante che mi fa continuare a camminare. Fare ciò che mi piace mi rende felice, anche in un luogo che non fa per me. Impari che la felicità non è da cercare, bisogna imparare a crearla.
L’esperienza in ostello mi sta arricchendo molto. Tante le cose per la testa, e i prossimi passi da fare cominciano pian piano a prendere forma. Sarà presto tempo di rimettersi di nuovo in cammino, fisicamente parlando, perché in realtà credo che non mi sono mai fermato.
Ora si che ho capito quello che era da aggiungere nei viaggi. Oltre la voglia di scoprire c’era da aggiungere i sogni. Ho imparato e vissuto sulla mia pelle come tutto può ribaltarsi all’improvviso. Non so bene dove andrò o cosa farò esattamente nei prossimi mesi. Ma sento che è la direzione giusta. La giusta strada verso i sogni.