Tiziana ci racconta il suo percorso internazionale
Lione, Toronto, Florida, Guadalajara in Messico e infine l’Irlanda; tante esperienze di vita all’estero che hanno aiutato Tiziana a crescere (personalmente e professionalmente) e raggiungere i suoi obiettivi. Ora si trova in una cittadina irlandese dove lavora per GoCambio, un nuovo portale che mette in contatto persone che vogliono imparare una lingua e che hanno una stanza libera con viaggiatori che vengono ospitati e in cambio offrono ore di lezione nella loro lingua madre. Tiziana ci racconta il suo percorso e ci spiega meglio come funziona GoCambio nell’intervista.
Ciao Tiziana, presentati brevemente
Ciao a tutti i lettori di Cambiare Vita e a Gianluca! Mi chiamo Tiziana, sono genovese e ho 25 anni. Laureata in traduzione e interpretariato a Genova, ho continuato i miei studi di laurea specialistica in International Business in Francia, all’università di Lione. Appassionata di viaggi fin da piccola, posso dire che il viaggio è sempre stato il filo conduttore della mia vita e che mi ha permesso di fare esperienze (lavorative e non) all’estero che mi hanno arricchita moltissimo e che hanno dato forma alla mia personalità: indipendente, determinata, curiosa e flessibile.
Da quanti anni sei “un’italiana all’estero”?
Sei anni. Ho iniziato con un anno di scambio a Lille, nel nord della Francia, dove ho concluso i miei studi di laurea triennale. Poi mi sono trasferita a Toronto con un visto vacanza-lavoro, dove ho trovato lavoro come traduttrice presso una redazione giornalistica, Corriere Canadese, quotidiano che ai tempi era un vero e proprio punto di riferimento per la comunità italo-canadese.
Poi sono tornata in Europa, a Lione, dove ho iniziato il mio percorso di laurea specialistica. Nel frattempo stava crescendo in me sempre di più la voglia di vedere posti nuovi, fare esperienze nuove, con gente nuova e, dopo un anno, sentendo un grande bisogno di cambiare aria, ho deciso di prendere una pausa dai miei studi di laurea specialistica e mi sono trasferita negli Stati Uniti, in Florida, per un anno di lavoro come hostess a Disneyworld.
Le spiagge americane e il sogno americano forse non erano quello che stavo cerando davvero, così dopo 4 mesi ho preso un aereo e mi sono trasferita in Messico, Guadalajara, dove ho trovato un lavoro come insegnante di inglese per sette mesi, prima di mettere lo zaino in spalla ed esplorare il Messico per un mese, tra ostelli, piramidi maya, spiagge da sogno, giungla, tequila e cibo piccante! Sono poi tornata in Francia dove ho finito i miei studi e ora sono a Youghal, pittoresca cittadina a 40 minuti da Cork, dove lavoro come country manager per una startup.
Come mai hai sentito la necessità di cambiare vita e trasferirti in un nuovo paese?
Come dicevo prima, in realtà è più il bisogno di conoscere culture nuove e persone nuove, che ho sempre sentito. Sono sempre stata enormemente affascinata dall’enorme varietà di stili di vita delle persone che incontravo: dal businessman newyorkese sempre di corsa, al messicano sorridente che prende la vita con calma e relax (pur lavorando non meno del newyorkese!), al francese super serio che ama godersi la vita e viziarsi per premiarsi del duro lavoro, al canadese riservato part-time che in settimana si butta a capofitto in un universo di lavoro e serietà per poi rivelarsi, nel weekend, la persona più festaiola mai incontrata.
Poi c’è anche l’aspetto studio e lavoro: ad un prezzo molto più basso, in Francia potevo frequentare un’università pubblica con le caratteristiche di una privata in Italia, in cui la pratica veniva messa ben avanti rispetto a tutti gli insegnamenti teorici e quasi senza senso (soprattutto se studi lingue) che mi venivano inculcati in Italia. Tra l’altro, in Francia già dall’inizio come stagista mi veniva garantita una retribuzione (obbligatoria, per gli stagisti in Francia) che in Italia mi sarei potuta dimenticare.
Per finire, sapevo che, come neolaureata, avrei avuto più possibilità in termini di responsabilità e di fiducia conferitami nonostante fossi fresca di studi in paesi come il Canada, gli Stati Uniti o anche il Messico, dove sono bastati pochi mesi di lavoro per ricevere una promozione che in Italia forse avrei potuto avere non prima di anni di lavoro.
Quali sono state le difficoltà iniziali legate al tuo trasferimento, e come le hai superate?
In realtà le difficoltà sono più nella nostra testa, prima di partire si pensa a mille cose e talvolta si abbandonano i progetti fatti per paura di incontrare difficoltà e non sapere come superarle. Personalmente, a livello linguistico me la sono sempre cavata bene grazie ai miei studi in lingue, quindi non posso davvero parlare di difficoltà linguistiche. Giusto in Messico ho avuto bisogno di qualche settimana per abituarmi allo spagnolo, ma con tanto ottimismo, buona volontà, determinazione e voglia di farsi capire, posso assicurare che la lingua non costituisce un grande ostacolo… e troverete sempre qualcuno che vi farà da interprete momentaneo!
Sicuramente c’è la difficoltà di abituarsi a una cultura nuova, dove la gente si percepisce come fredda o al contrario invasiva; la difficoltà di cercare una casa all’estero in una città della quale non si conosce nulla a livello di zone, prezzi etc, e si rischia di capitare a vivere in un quartiere pericoloso senza esserne a conoscenza; bisogna anche crearsi un giro di amicizie o comunque cercare di circondarsi di gente perché, ammettiamolo, la mancanza della famiglia e degli amici è qualcosa che è sempre dietro l’angolo. E poi abituarsi a ritmi lavorativi diversi da quelli a cui siamo stati abituati finora, dove colleghi e responsabili hanno magari anche aspettative diverse.
Le difficoltà iniziali ci sono sempre, è inevitabile. E così lo è lo sconforto. Ma pensiamoci un attimo: qual è la cosa peggiore che può capitarvi? La mia filosofia è: cadi, ti rialzi e sei più forte. E una volta superate queste difficoltà, posso assicurare che il senso di soddisfazione che proverete sarà talmente grande da ripagare tutte le sofferenze iniziali.
Ora dove ti trovi e di cosa ti occupi?
Ora mi trovo in Irlanda, a Youghal, cittadina di cui sono profondamente innamorata e dalla quale credo che non me ne andrò per un bel po’. Lavoro presso una startup che si chiama GoCambio, nell’ambito del turismo e dell’apprendimento delle lingue straniere, nell’universo della sharing economy. Il mio ruolo è di Country Manager per l’Italia quindi mi occupo di mettere in atto strategie di comunicazione e marketing (principalmente digitale) per far conoscere GoCambio al nostro mercato target in Italia, di trovare possibili partner a cui presentare il nostro servizio e soprattutto del modo migliore per presentarlo, in modo che sia il più attraente possibile secondo i loro interessi e bisogni.
Tra l’altro mi ritengo molto fortunata a lavorare per questa società che ha valori molto simili ai miei e che soprattutto dà fondamentale importanza a tutto il suo team e ai suoi bisogni: trovo che GoCambio sia molto anglosassone nel modo di motivare il team e assicurarsi che l’ambiente di lavoro sia prima di tutto divertente per generare produttività e creatività.
Ci puoi spiegare meglio come funziona?
GoCambio è una piattaforma collaborativa che mette in contatto persone da tutto il mondo che vogliono viaggiare con persone che hanno una stanza libera e che vogliono imparare o migliorare una lingua straniera. L’iscrizione al sito è gratuita e ci si può iscrivere come host (per ospitare e ricevere in cambio due ore di lezione in lingua al giorno)o come guest (per essere ospitati, fare esperienze di viaggio autentiche con gente del posto e condividere la propria cultura).
Si tratta di un concetto che si inserisce nell’universo collaborativo che attualmente è un po’ il protagonista soprattutto nel settore del viaggio e dello scambio. Si parla di Uber, Airbnb, Couchsurfing, Taskrabbit e subito salta all’occhio come al giorno d’oggi, la gente senta il bisogno di condividere piuttosto che possedere; come il valore dato allo scambio, all’esperienza e all’apertura mentale che ne deriva sia molto più alto rispetto ai valori tradizionali del guadagno monetario.
Io l’ho provato ospitando persone tedesche che mi hanno dato un grande aiuto a riprendere il mio tedesco, lingua che, dopo 8 anni di studi e nessun utilizzo da quasi 5 anni, avevo quasi totalmente perso! Tra l’altro qui in Irlanda, Regno Unito e da poco anche in Spagna e Taiwan, GoCambio ha avuto un grande successo con quasi 2000 utenti a neanche due mesi dal lancio, per questo vedo un grande potenziale anche in Italia.
Senti mai la nostalgia dell’Italia?
Se devo essere sincera, non troppo. L’Italia è e resterà sempre il paese in cui ho le mie radici e al quale sento di appartenere, però so che se un giorno vorrò, sarà lì per me pronta a riaccogliermi.
Forse la mia nostalgia è direttamente proporzionale alla distanza del paese in cui mi trovo: durante la mia parte di vita in Messico o in Canada, non nego che ogni tanto mi sentivo un po’ nostalgica, ma la sensazione di tristezza non durava mai più di qualche ora ;-).
Manca il cibo, il calore della nostra gente, i volti amici, l’affetto della famiglia… ma basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto si è fortunati ad avere l’opportunità di trovarsi all’estero e di crescere e vedersi evolvere in un ambiente multiculturale. E poi devo dire che è davvero semplice trovare connazionali espatriati con i quali condividere momenti italiani con musica, cucina e discorsi che ci fanno sentire, in fondo non troppo lontani da casa.
Quindi, tutto sommato, posso dire che mi capita più spesso di sentire la mancanza della mia vita da espatriata, quando torno in Italia, e non il contrario!
Progetti futuri?
Tantissimi 😉 Per ora come ho detto ho intenzione di stare in Irlanda, il mio paese preferito in cui potrei tranquillamente passare tutta la vita. Tra qualche anno mi piacerebbe andare in Asia ad insegnare inglese (lavoro che trovo indiscutibilmente appassionante!) utilizzando la mia certificazione TEFL (Teaching English as a Foreign Language) e poi fare un giro del Sud Est Asiatico con lo zaino in spalla.
Alla fine di tutto mi piacerebbe creare la mia startup, ho una mezza idea ma voglio darmi tempo per accumulare un po’ più di esperienza e magari incontrare qualcuno che sia matto tanto quanto me e che abbia voglia di prendere parte al mio progetto. In ogni caso, non smetterò mai di viaggiare!
Consigli per chi vuole mollare tutto e trasferirsi in un nuovo paese?
Andate, andate, andate! E partite sempre con un piano B!
L’unica cosa che mi sento di dire è che non avete nulla da perdere e tutto da guadagnare, e se le cose non vanno come dovevano andare, sicuramente avrete imparato qualcosa e saprete organizzarvi meglio per la prossima esperienza!
E preparatevi a cadere nello sconforto i primi tempi! è normale ma vi do la mia parola che passerà nel giro di poche settimane. Quindi non abbiate fretta e siate pazienti: datevi tempo per abituarvi al nuovo e godetevi la vostra nuova vita!
Ah… tenetevi pronti perché non vorrete più tornare! 😉