Il bellissimo racconto del cammino di Santiago de Compostela vissuto in prima persona da Egilda, lettrice di Cambiare Vita che ci regala questa magnifica lettera con pensieri ed emozioni di una esperienza che cambia la vita.
Ti è mai capitato di interessarti fortemente a qualcosa, desiderarla da tempo, di cercare i modi possibili ed immaginabili per raggiungere il tuo obiettivo ma non riuscire a trovare mai l’occasione giusta? Penserai forse ad una storia d’amore ma in realtà vorrei raccontarti la mia esperienza vissuta nell’estate del 2010: il Cammino di Santiago de Compostela.
Il racconto del Cammino di Santiago de Compostela
La mia partenza fu casuale: mi accodai al clan del mio gruppo scout che decise di fare la route estiva lungo il Cammino di Santiago de Compostela. Non potevo crederci… finalmente anche io avrei percorso gli stessi sentieri, avrei visto gli stessi paesaggi, avrei assaggiato gli stessi sapori di migliaia di pellegrini che da secoli e da tutte le parti del mondo decidono di incamminarsi per giungere a Santiago di Compostela.
Il mio desiderio era stato esaudito: ero finalmente pronta per partire. Credo fortemente che nulla avvenga per caso, per cui evidentemente era quello il mio momento.
Ogni pellegrino ha una sua motivazione e forse è proprio questo che rende il Cammino affascinante e mistico; c’è chi parte per un motivo religioso, alla ricerca di una risposta; c’è chi parte alla ricerca di se stessi, chi cammina per sfidare il proprio fisico, chi cammina per il semplice gusto di fare una nuova esperienza.
E questo si vede dallo sguardo di chi incontri, lo senti dalle parole delle persone che ti affiancano lungo il cammino di Santiago. È come se il cammino ci rendesse tutti uguali, uomini e donne liberi… liberi di raccontarsi, di ridere, di piangere, di soffrire, di pregare, di accogliersi e sostenersi a vicenda.
Dalla mia esperienza ho capito che per quanto si possa programmare la meta, le tappe da fare quotidianamente e i km che bisogna percorrere prima di arrivare all’ostello successivo, non bisogna farsi assalire dall’ansia di giungere alla meta, ma è necessario camminare lentamente, prendersi del tempo per godere ciò che si sta vivendo.
Semplicemente si segue una freccia di colore giallo ai bordi delle strade, ai lati delle case, sulle pietre dei sentieri che ti indica la strada giusta. E se ti assale l’ansia di non sapere dove andare, basta guardarti intorno e troverai la freccia; ti accompagna passo dopo passo, da un paesino all’altro, tra i campi, le stalle, i fiumi, sui sentieri in salita e in discesa.
Ho camminato 5 giorni percorrendo 112 kilometri, iniziando da Sarrìa per giungere a Santiago.
Durante tutto il cammino, avevo con me la Credenziale, rilasciata dalla Confraternita di San Jacopo de Compostela della mia regione. Su di essa si appone un timbro in ogni ostello, punto ristoro, bar, cappella, chiesa che si incontra lungo il cammino, rendendo la Credenziale un documento ufficiale.
Tra le tante cose che ho imparato lungo il cammino di Santiago de Compostela, bisogna partire con una giusta attrezzatura: uno zaino essenziale, al massimo 4 kg. Il peso totale del mio zaino era di 10 kg e assicuro che camminare con un peso del genere mette a dura prova la schiena, le gambe e i piedi.
Inoltre in tutti gli ostelli, sia comunali che privati, si possono lavare gli indumenti, stenderli e riutilizzarli il giorno successivo per cui non è necessario riempire il proprio zaino di indumenti. In alcuni ostelli troverai anche l’angolo cottura: facendo la spesa, potrai cucinare ed evitare così di mangiare tutti i giorni il menù del pellegrino. È il menù più conveniente in quanto si aggira intorno a 6€.
Calcolando come budget un totale al giorno di 15/20€ tra ostello e menù, puoi assicurarti una doccia calda tutte le sere, le lenzuola pulite, un materasso comodo e un cuscino. Se deciderai di partire in estate, evita il sacco a pelo a meno che tu non decida di pernottare all’aperto, sotto il cielo stellato.
Secondo consiglio è quello di usare delle scarpe comode che hanno già preso la forma del piede. Mai comprare scarpe qualche mese prima di partire sperando che si possano modellare perché per quanto tu possa camminarci tutti i giorni, andarci a lavoro anche in piena estate con 40° C, non serviranno a nulla.
Ho camminato con quelle scarpe solo il primo giorno, dopodiché ho usato i sandali. E la cosa più assurda che ho dovuto camminare per gli altri 4 giorni aggiungendo il peso delle scarpe al mio zaino.
Terzo consiglio che ti do riguarda gli spostamenti: dall’Italia vi sono dei voli diretti per l’aeroporto di Santiago; all’uscita troverai un pullman per Lugo e da lì un altro pullman verso Sarrìa. E da lì che inizia il tuo personale cammino.
Inoltre, parti con la giusta compagnia: io, nonostante fossi con altre 15 persone, ho camminato per la maggior parte del percorso con una sola componente del gruppo, con la quale ho condiviso quasi se non tutto il cammino verso Santiago di Compostela.
E alla fine del percorso arriverai alla città di Santiago: dal silenzio del cammino, dalla natura incontaminata ti troverai in una città avvolgente, affascinante, piena di gente, viva in cui risuona ovunque la musica celtica.
Sono tornata dal mio viaggio per ripartire nella mia vita quotidiana e riflettendo ho capito quello che per me ha significato il Cammino di Santiago di Compostela. Forse il vero viaggio non è tanto la meta o la destinazione finale, bensì il cammino che si percorre giorno dopo giorno.
Esso rende tutto diverso, ti fa sentire vivo, ti scava dentro nel profondo dell’animo, ti rende unica/o; ogni passo è un dono che si riceve.
Buen camino, peregrino!